Proteste a Bari Vecchia: Le Pastaie in Rivolta contro il Sequestro di Merce
Mercoledì 20 agosto, Bari Vecchia è stata teatro di momenti di alta tensione a causa della protesta delle “signore delle orecchiette”. Le pastaie, figure emblematiche della tradizione culinaria barese, hanno contestato il blitz della polizia locale che ha portato al sequestro di 151 chili di merce, tra cui pasta, taralli e dolci, venduti abusivamente nelle strade del centro storico.
Il Blitz della Polizia e la Reazione delle Pastaie
Le donne, in segno di protesta, hanno bloccato l’accesso di turisti e passanti alla famosa “orecchiette street”, utilizzando i loro banchetti come transenne. Questo gesto ha attirato l’attenzione dei media, ma ha anche portato a un parapiglia con una troupe del sito online Quinto Potere. Durante l’incidente, un cameraman è stato aggredito e ha dovuto ricorrere alle cure del 118, mentre una telecamera è stata distrutta. Le pastaie, tuttavia, hanno sostenuto che una donna incinta avrebbe avuto un malore all’arrivo dei giornalisti, complicando ulteriormente la situazione.
La Risposta delle Autorità Locali
In risposta agli eventi, la polizia locale e i carabinieri sono intervenuti per cercare di riportare la calma. Successivamente, una delegazione delle pastaie è stata ricevuta dal sindaco di Bari, Vito Leccese, insieme agli assessori allo sviluppo locale, Pietro Petruzzelli, e alla polizia locale, Carla Palone. Durante l’incontro, il sindaco ha sottolineato l’importanza di rispettare le regole e le persone, evidenziando la necessità di un dialogo costruttivo tra le autorità e i venditori locali.
Implicazioni per la Comunità Locale
Questo episodio non è isolato; rappresenta una tensione crescente tra le tradizioni locali e le normative vigenti. Le pastaie, che da generazioni vendono i loro prodotti nei vicoli di Bari, si trovano ora a dover affrontare un contesto normativo che sembra non tener conto della loro storia e della loro importanza culturale. La questione del commercio abusivo è complessa e coinvolge non solo le venditrici, ma anche i turisti e i residenti che apprezzano la tradizione culinaria barese.
La protesta delle pastaie mette in luce un dilemma sociale: come bilanciare la necessità di regole e controlli con la salvaguardia delle tradizioni locali? Le autorità dovranno trovare un modo per integrare queste venditrici nel tessuto commerciale della città, magari attraverso l’istituzione di mercati dedicati o spazi autorizzati per la vendita dei loro prodotti.
Conclusioni e Prospettive Future
La situazione a Bari Vecchia è un chiaro esempio di come le tradizioni locali possano entrare in conflitto con le normative moderne. Le autorità locali sono chiamate a riflettere su come gestire queste dinamiche, per evitare che episodi di tensione come quello del 20 agosto si ripetano in futuro. La sfida sarà quella di trovare un equilibrio che permetta alle pastaie di continuare a portare avanti la loro attività, rispettando al contempo le leggi e le esigenze della comunità.
In un momento in cui il turismo è fondamentale per l’economia pugliese, è essenziale che le tradizioni culinarie siano valorizzate e integrate in un contesto di sviluppo sostenibile. Solo così Bari potrà continuare a essere un punto di riferimento per la gastronomia italiana e un luogo dove le tradizioni possono prosperare.















