La Crisi del Lavoro a Taranto: Un’Analisi della Situazione Sociale
La provincia di Taranto si trova ad affrontare una situazione lavorativa allarmante, con oltre 17mila lavoratori ammessi agli ammortizzatori sociali per sospensione di rapporto nel 2024. Questo dato, che include cassa integrazione ordinaria, in deroga, straordinaria e fondo di solidarietà, rappresenta uno dei carichi più gravosi in Puglia, secondo il rapporto dell’Inps.
Un’Analisi Critica della Situazione
Giovanni D’Arcangelo, segretario generale della Cgil di Taranto, ha commentato questi numeri drammatici, affermando che “raccontano l’Italia che la Giorgia Meloni non vuol vedere”. Durante la presentazione del rendiconto sociale dell’Inps, avvenuta al Castello Aragonese, D’Arcangelo ha messo in luce la disparità tra la propaganda politica e la realtà vissuta dai cittadini.
“Ogni giorno incontriamo lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati. Nel territorio ionico, istruiamo decine di pratiche al patronato Inca, per cittadini sempre più poveri e precari”, ha spiegato il sindacalista, evidenziando la crescente precarietà del lavoro a Taranto.
Il Mercato del Lavoro Tarantino
Il rapporto dell’Inps mette in evidenza un mercato del lavoro caratterizzato da contratti a termine e stagionali in crescita, mentre i rapporti di lavoro più stabili sono in diminuzione. Le donne, in particolare, si trovano in una posizione di vulnerabilità, con un tasso di occupazione femminile che varia tra 22% e 30% in diverse fasce di età, rispetto al 43%-81% degli uomini.
D’Arcangelo ha anche allargato lo sguardo sulla demografia della regione, affermando che “stiamo attraversando un lungo inverno demografico”. Il saldo nascite-decessi è passato da -400 nel 2013 a -2.008 nel 2024, un segnale preoccupante che indica come molti cittadini, in particolare i giovani, stiano lasciando Taranto in cerca di opportunità migliori altrove.
Le Conseguenze Economiche e Sociali
I salari nella provincia rimangono ancorati all’industria manifatturiera, mentre i settori dei servizi e del terziario faticano a decollare. D’Arcangelo ha sottolineato che il governo ha drenato oltre 25 miliardi “direttamente dalle buste paga e dai cedolini pensione dei cittadini italiani”, senza che ciò si traducesse in investimenti significativi nel territorio.
Questa situazione ha portato a un aumento della povertà e della precarietà, con molte famiglie che si trovano a dover affrontare difficoltà economiche crescenti. La mancanza di opportunità lavorative stabili e dignitose ha reso Taranto una delle province più colpite dalla crisi occupazionale in Puglia.
Un Appello alla Responsabilità
D’Arcangelo ha concluso il suo intervento con un appello chiaro: “Non si tratta di slogan, ma di risposte concrete: Taranto non può restare la capitale degli ammortizzatori sociali mentre il lavoro dignitoso diventa un miraggio”. Questo richiamo alla responsabilità è un invito a tutte le istituzioni, locali e nazionali, a prendere coscienza della gravità della situazione e a lavorare per creare un futuro migliore per i cittadini tarantini.
In un contesto in cui la precarietà e la povertà stanno aumentando, è fondamentale che le istituzioni pugliesi si attivino per affrontare queste sfide. Solo attraverso un impegno concreto e coordinato sarà possibile invertire la rotta e garantire un futuro più stabile e dignitoso per le generazioni future.
 
								 
															



















