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Docente denuncia: “Per accumulare punti pagavo io la scuola”

Ingiustizie nel Settore Scolastico: La Storia di una Docente di Foggia

La vicenda di una docente di 43 anni, che ha lavorato per dieci anni in una scuola paritaria di Foggia, mette in luce un problema di ingiustizia e sfruttamento nel settore educativo. La donna ha rivelato di aver versato “sotto banco” 600 euro dei 900 del suo stipendio ai titolari della scuola, un accordo che le avrebbe garantito punteggio utile per la cattedra. Questo sistema, purtroppo, non è un caso isolato, ma riflette una realtà più ampia che coinvolge molti insegnanti in situazioni simili.

Un Sacrificio Prolungato

In un’intervista a Repubblica Bari, la docente ha spiegato che, all’inizio della sua carriera, credeva che quei sacrifici sarebbero stati temporanei. Tuttavia, gli anni sono passati e si è ritrovata intrappolata in un sistema che premia l’ingiustizia. “Ero convinta che sarebbe durato poco”, ha dichiarato, aggiungendo che nella sua prima scuola erano in tre nella stessa situazione. Una di loro è stata addirittura licenziata per gravidanza, un episodio che evidenzia ulteriormente le difficoltà affrontate dalle donne nel mondo del lavoro.

Il Silenzio delle Vittime

La docente ha scelto di non denunciare la situazione per paura di ritorsioni. “Temevo che, essendo le titolari molto conosciute in città, non mi avrebbero più fatto lavorare”, ha spiegato. Questo timore è comune tra molti insegnanti che, come lei, si trovano a dover affrontare un sistema che non garantisce loro i diritti fondamentali. La paura di perdere il lavoro e di non trovare altre opportunità è un freno che impedisce a molti di denunciare le ingiustizie subite.

Un Lavoro Versatile e Sottovalutato

La docente ha lavorato sei giorni a settimana, dalle 8 alle 14, per un totale di circa 35 ore settimanali. “Formalmente ero insegnante, ma all’occorrenza facevo anche la collaboratrice scolastica e perfino l’idraulico”, ha raccontato. Questa versatilità, che dovrebbe essere un valore aggiunto, si è trasformata in un ulteriore motivo di sfruttamento. La mancanza di riconoscimento e di diritti adeguati ha portato molti insegnanti a lavorare in condizioni precarie, senza alcuna garanzia di stabilità.

Un Futuro Incerto

Dopo otto anni, la docente ha lasciato la prima scuola e si è trasferita in un’altra scuola paritaria, sempre a Foggia, dove ha accettato un salario di 400 euro al mese, grazie a un accordo che le permetteva di iscrivere sua figlia senza pagare la retta. Tuttavia, anche in questa nuova esperienza, ha continuato a lavorare senza sosta, tranne che nel mese di agosto. Nel frattempo, ha ricevuto offerte per supplenze brevi nella scuola statale, fino a ottenere una supplenza annuale in una scuola dell’infanzia della sua città.

Riflessioni Finali

Questa storia mette in evidenza un problema sistemico che affligge il settore dell’istruzione, non solo a Foggia, ma in tutta la Puglia e oltre. La mancanza di diritti e di tutele per i lavoratori del settore educativo è un tema che merita attenzione e discussione. È fondamentale che le istituzioni locali e regionali si attivino per garantire condizioni di lavoro dignitose e per combattere le ingiustizie che colpiscono i docenti, in particolare le donne, che spesso si trovano a dover affrontare discriminazioni e difficoltà aggiuntive.

La voce di questa docente è solo una delle tante che rimangono inascoltate. È tempo di rompere il silenzio e di affrontare le problematiche che affliggono il mondo della scuola, affinché ogni insegnante possa lavorare in un ambiente giusto e rispettoso dei propri diritti.

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