Il Ritorno del Cotone in Puglia: Un Modello di Agricoltura Sostenibile
Tra le distese fertili del Sud Est barese, a Rutigliano, è rispuntato il cotone. Questa coltura, che mancava dal paesaggio pugliese da almeno sessant’anni, sta tornando grazie a un progetto innovativo che combina tradizione e sostenibilità. Il cotone, bianco e morbido, rappresenta non solo un ritorno alle origini, ma anche una nuova opportunità per l’economia locale.
Il Progetto Apulia Regenerative Cotton
Nel cuore della pianura del Barese, l’azienda agricola sperimentale “Maria Elisa Venezian Scarascia”, presidio del Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e per l’analisi dell’economia agraria), ha avviato la coltivazione di 20 ettari di cotone biologico. Questo progetto, chiamato Apulia Regenerative Cotton Project, è frutto di una collaborazione tra il Gruppo Armani e la Sustainable Markets Initiative – Fashion Task Force, con il supporto della Circular Bioeconomy Alliance.
Il progetto mira a creare un modello replicabile di agricoltura sostenibile e di filiera etica, con la Puglia come punto di partenza. L’iniziativa è coordinata dall’Istituto forestale europeo (Efi) insieme al Crea e a Pretaterra, e si propone di rigenerare il suolo, catturare CO₂ e migliorare la qualità ambientale.
Un Living Lab di Innovazione
Rigenerare, coltivare, custodire: questi i principi guida. Accanto al cotone, crescono alberi di carrubo, fico e gelso, seguendo il principio dell’agroforestazione. Gabriele Antoniella dell’Efi sottolinea il valore scientifico dell’esperienza, considerata un vero living lab dove convivono ricerca, impresa, paesaggio e innovazione.
Giuseppe Scarascia, anima dell’azienda, accoglie ricercatori e studiosi, tra cui figure chiave del Crea, impegnati nel risparmio idrico, nell’adattamento climatico e nelle pratiche agricole sostenibili. Questo approccio multidisciplinare è fondamentale per affrontare le sfide ambientali e sociali del nostro tempo.
Il Legame con la Moda e l’Industria Locale
Il progetto non si limita alla coltivazione, ma si estende anche al mondo della moda. Rossella Ravagli, direttrice della sostenibilità del Gruppo Armani, ricorda l’entusiasmo di Giorgio Armani per l’iniziativa. Il cotone italiano, a chilometro zero, sarà utilizzato per le iconiche t-shirt della maison, rappresentando una scelta etica e strategica che unisce valori ambientali e identità industriale.
Questa sinergia tra agricoltura e moda non solo promuove un prodotto locale, ma sostiene anche l’economia pugliese, creando opportunità di lavoro e valorizzando le competenze locali. La filiera corta diventa così un elemento chiave per la sostenibilità economica e ambientale.
Le Sfide della Sostenibilità
Giuseppe Corti, direttore del Crea, mette in evidenza un altro aspetto cruciale: lo smaltimento dei tessuti sintetici. Solo lo 0,5% degli abiti gettati viene realmente riciclato, mentre il resto finisce in discariche. Questo scenario richiede un ripensamento radicale della produzione e del consumo, partendo proprio da ciò che si semina.
A Rutigliano, si semina molto più che cotone. Si costruisce un modello integrato che unisce riscoperta delle radici rurali, rigenerazione del suolo, innovazione tecnologica e alleanza tra ricerca pubblica e privato etico. La sfida è quella di un cambio di paradigma che coinvolge il territorio, le istituzioni e le filiere produttive.
Un Futuro Sostenibile per la Puglia
Questo progetto rappresenta una nuova idea di agricoltura, capace di dialogare con la transizione ecologica e con le esigenze di un pianeta in crisi. Come ricorda lo staff del Crea, le terre che valgono sono quelle in cui “è accaduto qualcosa”. In Puglia, qualcosa sta accadendo e profuma di futuro.
Il ritorno del cotone non è solo un fatto agricolo, ma un’opportunità per rilanciare l’economia locale, creare posti di lavoro e promuovere un modello di sviluppo sostenibile. La Puglia, con le sue tradizioni e le sue innovazioni, si prepara a diventare un esempio di come l’agricoltura possa contribuire a un futuro migliore.














