La Via Appia: Un Patrimonio da Valorizzare
In occasione dell’Appia Day 2025, il Castello Normanno-Svevo di Mesagne ha ospitato un convegno di grande rilevanza, dedicato alla viabilità romana e al recente riconoscimento della Via Appia come Patrimonio UNESCO. Questo evento ha riunito studiosi, amministratori, archeologi e appassionati, offrendo uno spazio di riflessione sul valore storico, culturale e turistico della Regina Viarum.
La Storia della Via Appia
La Via Appia, tracciata nel 312 a.C. per volontà del censore Appio Claudio Cieco, ha avuto un ruolo cruciale nel collegare Roma a Capua e, successivamente, a Brindisi. Fin dalle sue origini, questa arteria si è rivelata fondamentale per il commercio, la diffusione culturale e il controllo militare del Sud Italia. Durante l’Impero, in particolare sotto Traiano, fu costruita la Via Appia Traiana, una variante più efficiente che seguiva un tracciato costiero.
La Via Appia non è solo un simbolo di ingegneria romana, ma anche un percorso di spiritualità e scambio culturale, utilizzato da pellegrini, eserciti e viaggiatori nel corso dei secoli. La sua importanza è testimoniata anche dalla presenza di beni culturali e archeologici lungo il suo tracciato, che meritano di essere valorizzati e preservati.
Il Riconoscimento UNESCO
Angela Maria Ferroni, coordinatrice del comitato tecnico-scientifico per la candidatura UNESCO, ha illustrato il lungo percorso che ha portato al riconoscimento della Via Appia come bene dell’umanità nel luglio 2024. Questo processo, avviato nel 2020, ha previsto sopralluoghi e studi archeologici per individuare i tratti più rappresentativi lungo Lazio, Basilicata e Puglia.
Il sito è stato presentato come “seriale”, composto da 19 segmenti che conservano autenticità e integrità. Il riconoscimento si basa su criteri che attestano l’eccezionale testimonianza della civiltà romana e la sua associazione con opere artistiche e letterarie. Ferroni ha sottolineato l’importanza della collaborazione tra enti locali, soprintendenze, università e comunità per costruire un piano di gestione condiviso e sostenibile.
Valorizzazione e Sostenibilità
Tra gli interventi più significativi, quello del professor Gert Burgers, docente della Libera Università di Amsterdam, ha evidenziato il ruolo cruciale del Parco Archeologico di Muro Tenente, situato tra Mesagne e Latiano. Questo sito conserva tratti ben visibili della Via Appia e testimonianze di insediamenti messapici e romani. Carmine Di Pietrangeli, amministratore della tenuta “Lu Spada”, ha ricordato come lungo il tracciato della Via Appia i Romani coltivassero vigneti. Oggi, queste terre continuano a produrre eccellenze vinicole, grazie a una rete di aziende che condividono valori di sostenibilità e tradizione.
La valorizzazione turistica della Via Appia può avvenire solo attraverso l’unità tra cultura, agricoltura, turismo e comunità. Antonio Licciulli, esponente dei Cicloamici FIAB, ha portato la prospettiva dei cicloturisti, sottolineando come la Via Appia rappresenti un’esperienza di viaggio lenta e consapevole. I Cicloamici promuovono itinerari lungo la Via Appia Traiana, valorizzando paesaggi, siti archeologici e tradizioni locali.
Un Filo Rosso tra Storia e Futuro
L’incontro ha dimostrato che la Via Appia non è solo un’antica strada, ma un filo rosso che unisce territori, storie e persone. Il riconoscimento UNESCO rappresenta un punto di partenza per restituire alla Regina Viarum il ruolo che merita: quello di simbolo di identità, bellezza e futuro condiviso.
La Puglia, con il suo ricco patrimonio culturale e le sue tradizioni, ha l’opportunità di valorizzare ulteriormente la Via Appia, rendendola un punto di riferimento per il turismo culturale e sostenibile. Attraverso eventi, convegni e iniziative locali, è possibile riscoprire e celebrare la storia di questa straordinaria via, contribuendo così a preservare la memoria collettiva e a promuovere un futuro di sviluppo armonioso.
















