Analisi dell’Impatto della Prevenzione Oncologica in Puglia: Un Appello alla Riforma
La recente nota del consigliere regionale Antonio Scalera ha messo in luce una questione cruciale per la salute pubblica in Puglia: la gestione della prevenzione oncologica, in particolare per il tumore al seno. Con 925.000 donne in Italia che vivono dopo una diagnosi di tumore alla mammella e circa 53.686 nuovi casi stimati per il 2024, la necessità di un intervento politico efficace è più che mai urgente.
Un Problema di Politiche Sanitarie
Scalera sottolinea che, nonostante i progressi nella sopravvivenza (88% a cinque anni), la Puglia continua a soffrire di una gestione miope della sanità. Ogni giorno, 150 donne ricevono una diagnosi di tumore al seno, eppure la regione non ha ancora costruito una rete di prevenzione oncologica adeguata. Questo è un chiaro segnale di una responsabilità politica che non può essere ignorata.
Confronto con il Nord Italia
Il contrasto tra il Nord e il Sud Italia è evidente: mentre al Nord si investe in poliambulatori diagnostici e screening diffusi, in Puglia si continua a discutere di nuovi ospedali, senza garantire servizi essenziali come mammografie ed ecografie nei tempi necessari. Questo approccio non solo è inefficace, ma rischia di compromettere la salute delle donne pugliesi.
La Prevenzione come Priorità
Scalera evidenzia che la prevenzione primaria potrebbe ridurre fino al 40% di tutti i tumori. Tuttavia, per il governo regionale pugliese, la prevenzione non è mai stata una priorità reale. È inaccettabile che nel 2025 le donne pugliesi non abbiano la certezza di poter effettuare mammografie ed ecografie annuali a partire dai 40 anni, come indicato dalle migliori pratiche scientifiche.
Proposte per il Futuro
In vista della nuova legislatura, Scalera ha annunciato l’intenzione di presentare una proposta di legge per:
- Riconvertire gli ospedali chiusi o sottoutilizzati in centri diagnostici di prevenzione oncologica, con priorità al tumore della mammella.
- Creare una rete regionale di poliambulatori di prevenzione, accessibili e capillari, per ridurre drasticamente i tempi di attesa.
- Garantire mammografie ed ecografie annuali per tutte le donne pugliesi dai 40 anni in poi, senza barriere economiche o geografiche.
- Destinare risorse strutturali alla prevenzione primaria, integrando tecnologie innovative e intelligenza artificiale nei percorsi di screening e diagnosi precoce.
Conclusioni
La vera riforma della sanità pugliese non può passare attraverso la costruzione di nuovi ospedali, ma deve focalizzarsi sulla prevenzione e sulla diagnosi precoce. È fondamentale che il governo regionale prenda atto di questa realtà e agisca di conseguenza. La salute delle donne pugliesi dipende da scelte politiche coraggiose e lungimiranti, che mettano al centro la prevenzione oncologica come priorità assoluta.














